Paolo Jachia
Ancora Libri 2005
Con Franco Battiato la ricerca
interiore si fa seria, impegnativa. Va nel profondo, trova il sacro.
L’uomo di fronte al mistero. Di fronte ai segreti della sua origine
e della sua collocazione nel cosmo. Il suo è stato un percorso di
afflato religioso e di conoscenza, tanto da far dubitare - sia al
siciliano che alla critica - l'appartenenza alla categoria dei
cantautori. Se era impossibile catalogare il maestro durante il suo
percorso "progressivo" negli anni '70, lo è stato ancora
negli anni successivi, sia nel periodo del pop esotico della "Voce
del padrone" - guizzi e raptus sorprendenti che entravano e
uscivano dalla tradizionale forma-canzone - che nel periodo delle
opere classiche come "Genesi" e "Gilgamesh".
Battiato è un "cercatore di
verità", come lo erano Gurdjieff, Ouspensky e i suoi maestri: è
questo il leit-motiv della pregevole opera del semiologo Paolo Jachia
"E ti vengo a cercare - Franco Battiato sulle tracce di Dio".
Edita dalla Ancora Libri, casa editrice di estrazione cattolica, il
testo è una profonda riflessione sulla discografia di Battiato
seguendone però il pensiero mistico che è intriso nei testi, dalle
bizzarre e irrequiete sperimentazioni dei primi anni '70 alle opere
attuali in compagnia del filosofo Manlio Sgalambro, passando per i
capolavori degli anni '80 e '90, vere e proprie opere di luce
interiore. Inoltre, come per Pasolini, insoddisfatto dalla
letteratura e passato al cinema, anche Battiato ha scoperto questo
nuovo mezzo espressivo, affrontato da autodidatta e con risultati
pregevoli, sia nel primo "Perduto amor" che nel
recentissimo "Musikanten".
L'itinerario del "maestro di
frontiera" siciliano passa per un'elaborazione personalissima
della canzone: se il testo è una miscela di ricordi e memorie,
citazioni dotte e straniere, immagini evocative e riflessioni sulla
via iniziatica, la musica è lontana dalla tradizionale canzone; pop,
rock, lieder, elettronica e quant'altro convivono da sempre nella
scrittura battiatiana, audace e coraggiosa, capace anche di
sconfinare nell’opera e nel balletto.
Donato Zoppo
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