venerdì 10 febbraio 2012

E ti vengo a cercare. Franco Battiato sulle tracce di Dio


Paolo Jachia
Ancora Libri 2005

Con Franco Battiato la ricerca interiore si fa seria, impegnativa. Va nel profondo, trova il sacro. L’uomo di fronte al mistero. Di fronte ai segreti della sua origine e della sua collocazione nel cosmo. Il suo è stato un percorso di afflato religioso e di conoscenza, tanto da far dubitare - sia al siciliano che alla critica - l'appartenenza alla categoria dei cantautori. Se era impossibile catalogare il maestro durante il suo percorso "progressivo" negli anni '70, lo è stato ancora negli anni successivi, sia nel periodo del pop esotico della "Voce del padrone" - guizzi e raptus sorprendenti che entravano e uscivano dalla tradizionale forma-canzone - che nel periodo delle opere classiche come "Genesi" e "Gilgamesh".
Battiato è un "cercatore di verità", come lo erano Gurdjieff, Ouspensky e i suoi maestri: è questo il leit-motiv della pregevole opera del semiologo Paolo Jachia "E ti vengo a cercare - Franco Battiato sulle tracce di Dio". Edita dalla Ancora Libri, casa editrice di estrazione cattolica, il testo è una profonda riflessione sulla discografia di Battiato seguendone però il pensiero mistico che è intriso nei testi, dalle bizzarre e irrequiete sperimentazioni dei primi anni '70 alle opere attuali in compagnia del filosofo Manlio Sgalambro, passando per i capolavori degli anni '80 e '90, vere e proprie opere di luce interiore. Inoltre, come per Pasolini, insoddisfatto dalla letteratura e passato al cinema, anche Battiato ha scoperto questo nuovo mezzo espressivo, affrontato da autodidatta e con risultati pregevoli, sia nel primo "Perduto amor" che nel recentissimo "Musikanten".
L'itinerario del "maestro di frontiera" siciliano passa per un'elaborazione personalissima della canzone: se il testo è una miscela di ricordi e memorie, citazioni dotte e straniere, immagini evocative e riflessioni sulla via iniziatica, la musica è lontana dalla tradizionale canzone; pop, rock, lieder, elettronica e quant'altro convivono da sempre nella scrittura battiatiana, audace e coraggiosa, capace anche di sconfinare nell’opera e nel balletto.

Donato Zoppo

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